Nel fare delle smorfie o delle boccacce con la vostra faccia non c’è nulla di male, anzi, da sempre è riconosciuta come una pratica molto spirituale e in Tibet ne fanno addirittura una forma di meditazione: fare delle smorfie per loro è una delle tradizioni più antiche! A qualcuno tutto ciò può sembrare paradossale, soprattutto perché non riesce a capire come il semplice fatto di fare delle smorfie possa essere qualcosa di spirituale, di trascendente, non riesce a percepire come possa essere una pratica che facilita e aiuta a scoprire se stessi. In verità è solo una questione di punti di vista, perché chi è a contatto con il proprio vero Sé, trova paradossale e bizzarro il semplice fatto di avere una faccia, perché tutte le facce sono false: la faccia in quanto tale, è falsa, non rappresenta affatto l’essere, il Sé.

Non ci avete mai pensato? La fisionomia della nostra faccia è data dal corpo, ma questa stessa nostra faccia può essere cambiata in mille modi. Al giorno d’oggi, ad esempio, è in molto in voga farsi degli interventi di chirurgia estetica con lo scopo di “migliorare” la nostra faccia: lifting vari, aumento degli zigomi, trapianto dei capelli, iniezioni di botulino, sono solo alcuni degli esempi, e non dimentichiamoci del make-up sempre presente sul viso di molte donne e parecchi uomini. Eppure sembra che nessuno è mai contento della sua faccia, tantomeno le persone che incarnano in pieno i canoni della bellezza moderna. Potrei fare mille esempi di modelle che hanno trasfigurato il loro volto con interventi di chirurgia estetica di dubbio gusto!

Questo non piacersi, in verità, nasconde qualcosa: tutte le facce sono smorfie, sono bizzarre perché i volti sono tutti falsi, in quanto in profondità il nostro essere è senza volto. Cambiando o modificando la nostra faccia, noi non saremo cambiati, resteremo le stesse persone di sempre. Quindi si può dire che la faccia non rappresenta il nostro essere, è semplicemente una configurazione del nostro corpo, ma non è il nostro volto, perché non ne abbiamo. Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza, ma lo stesso Dio non ha un volto o una faccia. Quello che avevamo prima di nascere e che avremo dopo che saremo morti, quello è il nostro vero “volto”, ma non ha nulla a che vedere con ciò che intendiamo noi, in senso letterale, con termini come faccia e volto.

matt-damon-smorfia-corpoAvete mai notato quanto ai bambini piaccia fare delle smorfie? Lasciateli da soli davanti ad uno specchio e osservateli in silenzio, noterete come ben presto si metteranno a fare delle smorfie. In realtà si stanno divertendo, giocano con l’idea di avere una faccia, e cercando di manipolarla e di modellarla in tutti i modi possibili; ne ricavano enfasi. E lo fanno perché sanno di esserne “separati”, sono consapevoli di non essere quell’ometto ridicolo riflesso nel vetro, e quelle che noi interpretiamo come smorfie, per loro sono delle semplici maschere. Perfino molti adulti, quando sono da soli, lo fanno: davanti allo specchio o davanti ad un obiettivo, sono presi dalla voglia di fare smorfie e boccacce varie. Per non parlare della moda “selfie”, dove ormai è abituale farsi una foto mentre si fanno delle smorfie bizzarre e goliardiche. In tutto questo non c’è nulla di male: fare delle smorfie dimostra semplicemente che non riusciamo ad adattare noi stessi al corpo, che il corpo non è tutto, e noi sia già di gran lunga al di là, possiamo giocare con il nostro corpo come fosse una maschera.. e di fatto lo è!

Ecco perché ho sempre sostenuto che la mimica, così come il clown o l’attore, sono delle arti notevolmente spirituali. Arti attraverso le quali puoi imparare a fare delle smorfie, puoi recitare con il corpo in molti modi e all’improvviso, come in un’illuminazione, ti senti liberato dal tuo corpo, la tua identità viene spezzata, non hai più un volto. Se prendi la vita come una recita, allora ti stai incamminando verso la spiritualità, dove il mondo altro non è che un grande palcoscenico, e noi indossiamo ogni giorno mille volti diversi: al lavoro abbiamo un’espressione facciale, con il partner un’altra, in famiglia un’altra ancora, e via dicendo, le nostre facce cambiano in continuazione, è qualcosa di automatico, siamo diventati abilissimi nel cambiare forma.

Del resto, la forma appartiene alla materia, ma non è parte della consapevolezza: la consapevolezza è senza forma. Il nostro corpo altro non è che un punto d’incontro tra la forma e l’assenza di forma, tra la materia e la consapevolezza. Il nostro corpo è un “contenitore” e tu caro lettore, come io, siamo l’entità contenuta, che non ha volto; ragion per cui, qualsiasi faccia è sempre bizzarra. Il mio invito, dunque, è di continuare a fare delle smorfie con il vostro volto, mentre assumete posture strane e divertenti, e inizierete così a percepire voi stessi non come corpo, non come volto, ma come pura consapevolezza, e avrete la percezione di essere più grandi, belli, luminosi, sinceri ed eterni, di quanto normalmente pensate di essere.

Fonte: http://www.tragicomico.it/fare-delle-smorfie-scoprire-se-stessi/

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