Il sonno è un processo che varia durante la vita di un essere umano e passa dal sonno polifasico del neonato a quello bifasico del bambino (che dorme piuttosto a lungo nel pomeriggio), a quello monofasico circadiano, tarato sul ciclo giorno-notte, dell’adulto. Infine nella senilità il ritmo circadiano, strettamente monofasico del giovane adulto, lascia spazio ad un ritmo polifasico ultradiano, ovvero con frequenti sonnellini diurni.
Il sonno polifasico è stata una caratteristica predominante nella vita di Leonardo da Vinci, ma anche di Thomas Edison, Buckminster Fuller, Nikola Tesla, Benjamin Franklin, Thomas Jefferson e Napoleone. Non a caso ha caratterizzato una nuova fase di vita di molti geni nella nostra storia che, inaspettatamente, hanno abbandonato il ciclo circadiano o bifasico per abbracciare quello polifasico dei primi mesi di vita di un neonato.
Il fatto che i neonati abbiano per loro natura un sonno polifasico ci porta a comprendere che il sonno bifasico sia solo un adattamento posteriore alla nascita dovuto ad adattamenti di tipo sociale. Leonardo da Vinci alternava 4 ore di veglia a un periodo di 20 minuti ad occhi chiusi, il che portava nell’arco della giornata a 6 periodi di sonno/riposo, per un totale di 120 minuti di riposo, lasciando ben 22 ore alla veglia, da impiegare per attività produttive. Il sonno lungo e ininterrotto cui sono abituati gli esseri umani è raro in natura: l’85% delle specie viventi seguono uno schema di sonnellini multipli in modo da aumentare l’efficienza del sonno. Non a caso infatti la fase più riposante del sonno è all’inizio ed è costituita da onde lente e profonde chiamate “delta” (tutti gli stadi del sonno sono importanti, ma il sonno delta, ovvero il sonno “profondo” è il più riposante).
Non è determinante dunque che le ore di riposo siano necessariamente consecutive: le ore “necessarie” sono quelle che ci permettono di svegliarci da soli e di sentirci riposati.
In questo processo avanzato sul sonno polifasico il nostro obiettivo è:
– Consapevolizzare quanto detto con il riscontro dell’esperienza personale.
– Deprogrammare il condizionamento secondo il quale la quantità delle ore di sonno determina il livello di riposo.
– Aumentare il livello di energia.
– Cercare di rimanere coscienti e presenti a noi stessi anche in fase di sonno.
Allo stesso modo come nell’alimentazione è consigliato mangiare più volte al giorno per evitare appesantimenti o difficoltà di digestione e quindi una maggiore capacità di concentrazione e di Presenza grazie al dispendio di energia, così per un buon riposo psico-fisico è opportuno spezzare il sonno abituale notturno facendo quanti più stacchi possibili durante la giornata. Per far ciò occorre raggiungere un EQUILIBRIO che concili i nostri impegni di lavoro, di studio, di sport ecc con gli stacchi di sonno. Teniamo presente che senza un lavoro di risveglio costante, basato sull’applicazione dei processi quali: la disintossicazione del corpo e il ricordo di sè durante lo stato di veglia, applicare il sonno polifasico diverrà un’impresa titanica per non dire impossibile. Viceversa, ti accorgerai ben presto che il sonno polifasico diverrà semplicemente una conseguenza spontanea e naturale per il riposo.
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L’esperienza ci ha portato a frazionare il sonno in micro-sonni della durata di 30 min (oltre il tempo necessario per addormentarsi) ogni 4 ore di veglia distribuiti nell’arco delle 24 ore. Questa non è una regola ma essendo già stato raggiunto, può costituire uno spunto o un obiettivo perfettamente raggiungibile da chiunque.
Con una semplice tecnica di respirazione e un pò di pratica si può portare il tempo dell’addormentamento a soli 5 min. Naturalmente in fase iniziale sarà necessario che il metabolismo si abitui progressivamente. Quindi scagliona le ore di sonno diminuendo il tempo di riposo in proporzione alle possibilità e alle necessità. Dato che non può esistere un tempo standard per tutti, ciascuno conosce il proprio corpo e sa come lavorare sui propri limiti. Cerca di provocare uno sforzo costante di rimanere vigile senza farlo mai diventare una forzatura. Non scoraggiarti se i primi tempi non riuscirai a rispettare gli obiettivi che ti sei prefissato o ti addormenterai senza ricordarti di nulla poichè è del tutto normale.
Sii COSTANTE. Questa è l’arma vincente!
Ricorda: Ad ogni stacco di sonno l’obiettivo deve essere quello di far riposare il CORPO e la MENTE (la macchina) mantenendo vigile la nostra coscienza e cercando ogni volta di destarci poco prima della sveglia che avremo precedentemente puntato. Stai più che certo che dopo un tempo relativamente breve di assidui tentativi ti accorgerai di poter disporre di un potenziale sempre più sempre crescente di energia e vitalità. Questi primi benefici del sonno polifasico faranno accrescere di molto la tua motivazione che si fonderà sempre più sulla concretezza dell’utilità di questo straordinario processo di Risveglio.
Ogni lavoro costante e sostanziale su se stessi è un passo che ci conduce verso il senso stesso del nostro esistere.E adesso vediamo un paio di semplici ma potenti tecniche pratiche:
POSIZIONE:
Anche se non esiste una regola, la miglior posizione è indubbiamente quella a pancia in su (con gli occhi rivolti alle stelle). Pur se non sei abituato ti consiglio vivamente di integrarla nella tua vita. Ti assicuro che oltre ad essere favorevole per una gran quantità di ragioni non indifferenti, il tuo corpo ne trarrà un gran vantaggio (in primis la colonna vertebrale). Tieni le braccia e le gambe leggermente divaricate e rilassati cercando di trovare la posizione più comoda possibile.
SCARICARE LA MENTE:
Premessa:
Quando chiudi gli occhi ti accorgerai che la mente ti mostrerà delle immagini spesso legate agli accadimenti del giorno. Una dopo l’altra si susseguiranno in proporzione alla tua attenzione e partecipazione emotiva. E’ un processo naturale della mente che tende a “spurgarla”. Il coinvolgimento emotivo a queste immagini ti fa scivolare nel torpore dell’addormentamento perchè così facendo dai loro energia abbassando drasticamente la tua capacità di rimanere cosciente.
La tecnica:
Visualizzati seduto di fronte ad uno schermo come se fossi ad un cinema. Sii niente di più e niente di meno che un oservatore impassibile delle immagini che la tua mente ti proietta e non lasciarti coinvolgere emotivamente da qualunque cosa vedi e senti. Osservale e lasciale scorrere una dopo l’altra. Quando le immagini cessano sposta la tua attenzione su altro, per esempio il battito del cuore, il tuo respiro, ecc.. e rimani semplicemente un osservatore.
ADDORMENTARE IL CORPO:
Premessa:
Riuscire ad addormentare il corpo più velocemente ti aiuterà ad oltrepassare più facilmente quella soglia di torpore in cui si cade nell’incoscienza. Questa tecnica, oltre a permetterti di addormentarlo consapevolmente, ti consentirà di scaricare più facilmente le tensioni accumulate durante il giorno e quindi di distenderlo al massimo favorendo così una condizione maggiore di riposo integrale.
La tecnica:
Inspirazione: inspira lentamente e un po’ più del normale (quindi non a pieni polmoni) e fai una pausa di circa un secondo (che non significa “trattenere il respiro”). Deve essere una pausa quanto più naturale possibile di appena un secondo per proseguire con l’espirazione.
Espirazione: espira molto lentamente fino a far fuoriuscire tutta l’aria dai polmoni facendo quindi la stessa “pausa naturale” per circa un secondo. Man mano che prosegui con questa respirazione cerca di prolungare la pausa dell’espirazione in maniera sempre più progressiva. Ricorda che non si tratta di trattenere il respiro o sforzarsi di farlo artificialmente, ti accorgerai che il prolungamento graduale della pausa a polmoni vuoti (3,5,7,9 sec e così via) è qualcosa che questa tecnica ti permette di ottenere spontaneamente. Con il passare dei minuti potrai persino avere la sensazione di non avere più bisogno di espirare, ovviamente è solo un impressione.. ti verrà quindi spontaneo prolungare la pausa dell’espirazione senza quindi la necessità di “pensarla”. Ti accorgerai ben presto che il corpo diventerà sempre più pesante fino a quasi avere l’impressione di non poterlo più muovere. Non provare a farlo (altrimenti lo sveglieresti di nuovo..), piuttosto, rimani sereno e rilassato, stai solo assistendo coscientemente al suo addormentamento.
Le prime volte è consigliabile addormentare prima la mente e poi il corpo facendo quindi una cosa per volta. Con un pò di pratica si possono facilmente eseguire entrambe le tecniche simultaneamente. Una volta che avrai addormentato coscientemente la mente e il corpo, cerca di rimanere vigile e cosciente per tutto il tempo che puoi osservando tutto ciò che accade in fase di sonno. Ascolta ogni cosa rimanendo semplicemente in pura osservazione cosciente. Queste tecniche solo anche la migliore predisposizione per eseguire i viaggi consapevoli fuori dal corpo che verranno trattati in seguito.
CONSIGLI:
– Fraziona il tuo riposo quotidiano con quanti più stacchi di sonno possibili in base alle possibilità e alle necessità.
– Per quanto possibile, cerca di non essere ripetitivo con gli orari degli stacchi di sonno. Rompi i condizionamenti inconsci dettati delle abitudini.
– Persevera con l’intento, determinalo con le affermazioni e sii costante con l’utilizzo delle tecniche del sonno polifasico.
– Non appesantirti mai con il cibo prima di uno stacco di sonno.
– Cerca di riposarti prima di arrivare ad una fase elevata di stanchezza poichè senza energia non si può rimanere coscienti.
– Fai questo lavoro con entusiasmo e gioia. Non c’è energia naturale più potente di questa per avere successo!
Esempio orientativo: 8:00-12:00-16:00-20:00-24:00 (ciascuno sonnellino 20-30 min). Fonte: http://umaniindivenire.grou.ps/515626
Perché il sonno polifasico funziona? La prova della scienza.
Quando si parla di sonno polifasico, così come di qualsiasi altra scienza o tecnica innovativa non riconosciuta ufficialmente, lo scetticismo è sempre dietro l’angolo. Non che questa sia una cosa sbagliata: le fregature sono ovunque, ed un minimo di precauzione è necessaria per non cadere nelle trappole.
Per questo ho scritto questo capitolo, nel quale ti spiegherò la teoria che sta dietro al sonno polifasico, e quando arriverai all’ultima riga sono sicuro che capirai perché funziona e in che modo la scienza e la biologia provano la fattibilità della tecnica in questione. Ho deciso di inserire questo capitolo all’inizio del tuo percorso verso la scoperta del sonno polifasico perché sono convinto che sia importante togliersi ogni dubbio prima di iniziare: non solo non ti farò perdere il tuo tempo se non dovesse convincerti, ma riuscirai anche a capire meglio diversi passaggi che seguiranno nei capitoli a venire.
Se il sonno polifasico è per te nuovo, allora scoprire come funziona sono sicuro che ti interesserà molto. Se hai letto fino a qui so già che riconosci le potenzialità della tecnica, e non voglio farti attendere oltre prima di dimostrarti che è possibile e che molti esperimenti scientifici ed empirci l’hanno già confermato. Anche se hai già sentito parlare del sonno polifasico ti consiglio di leggerne il funzionamento: chissà, magari imparerai qualcosa di nuovo!
L’argomento è già stato toccato dal sito web Mindcheats – trucchi per sfruttare la mente nel suo articolo sul sonno polifasico (che però si concentra maggiormente sul metodo Everyman, che descriverò a breve anche qui con dovizia di particolari).
Quello che puoi osservare nel grafico qui sopra, apparentemente complicato, non è altro che la “profondità” del sonno che sperimenti durante una normale notte di riposo: tramite l’encefalogramma è possibile monitorare l’attività delle onde celebrali nel corso del tempo, e tracciare questo grafico che rappresenta l’attività celebrale normale. Come puoi vedere ci sono diversi stadi, che vanno da sveglio alla fase REM: gli stadi 1 e 2 vengono definiti di sonno leggero, gli stadi 3 e 4 di sonno pesante, mentre la fase REM è quella più profonda ed è proprio qui che avvengono i sogni.
Come puoi vedere, la fase REM ricopre solo un piccolo periodo temporale rispetto all’intera durata del sonno. Ecco il segreto: la fase REM è l’unica che veramente serve per sopravvivere! Lo hanno dimostrato gli studi di Buckminister Fuller. Le altre fasi, sia di sonno leggero che di sonno pesante, sono assolutamente inutili. Sono state sviluppate durante l’evoluzione per garantire una maggiore flessibilità e sicurezza nel sonno, ma con un po’ di attenzione si può facilmente tagliare tutte le fasi non REM per dormire il meno possibile.
E’ proprio a questo che serve il sonno polifasico: ridurre le fasi di sonno leggero e pesante per riuscire a dormire di meno. Il metodo funziona perché quando la mente sa di non aver tanto tempo a disposizione per riposare, allora entra immediatamente in fase REM senza prima passare per il sonno leggero e quello pesante. In questo modo, dormire 20 minuti equivale ad un riposo di 1 ora e mezza durante una normale notte di sonno!
In una normale notte quest’importante fase del sonno dura in totale 2 ore, e difatti con il sonno polifasico si può arrivare a dormire per quella quantità di tempo (metodo Uberman). L’importante è aggiustare la durata di ogni fase di riposo (come ho spiegato nell’introduzione) a quella di una normale fase REM: 20 minuti. Il cervello infatti non riesce a stare in questo stato per più tempo, ed è qui che entrano in gioco il sonno leggero e quello pesante. Ma se invece di dormire ti svegli e ti dedichi alla tua attività preferita, non vi è alcuna differenza.
E’ stato già scientificamente dimostrato che non servono le canoniche otto ore di sonno per riposarsi, ma ne bastano veramente molte di meno (cit. Processes underlying sleep regulation – Alexander A. Borbély, Peter Achermann, Beat Geering e Irene Tobler, per chi vuole andare a leggere l’intero studio).
Bene, ti ho convinto? Se hai bisogno di essere ulteriormente rassicurato leggi l’enorme documento del quale ti ho fornito il link poco sopra, che ti darà una mole di informazioni impressionante. Ma non ti preoccupare, non voglio essere disonesto e dopo averti spiegato come funziona il sonno polifasico, ti introdurrò anche ai suoi difetti e ai possibili probelmi che può dare. Come ho già scritto voglio darti una visione completa del sonno polifasico, e non ometterò alcun particolare. Per il momento, prosegui il tuo percorso per leggere del metodo polifasico più semplice e applicabile da tutti: il sonno bifasico.
Fonte:
paragrafo 1 Fonte: www.umaniindivenire.grou.ps
paragr. 2: www.sonno-polifasico.it