“Come l’animale, anche l’essere umano deve nutrirsi per
sopravvivere. Ma a differenza dell’animale, egli può, tramite
la propria coscienza, trovare nell’atto della nutrizione il
mezzo per crescere psichicamente, spiritualmente. E andrò anche
oltre: finché l’essere umano non sarà in grado di dare a questo
atto una dimensione più vasta, più profonda, è inutile che si
dichiari colto e civilizzato.
Per me si tratta di un test. Quando gli esseri umani impareranno
a mangiare con una coscienza illuminata, sentendosi colmi di
meraviglia per il cibo e pensando con riconoscenza che tutto
l’Universo ha lavorato per produrre quei frutti, quelle verdure
e quei cereali, grazie ai quali essi ricevono la vita, a quel
punto sì, si potrà parlare di cultura e di civiltà.”
Omraam Mikhaël Aïvanhov
Màriza chiese a Gesù:
“A chi somiglia un tuo discepolo?”
Lui rispose:
“somiglia ad un fanciullo
che si trova in un campo
che non è suo.
Quando arriva il padrone
gli grida:
“Lascia ciò che non è tuo”.
E lui si sveste in sua presenza
per discolparsi
e restituire tutto.
Per questo io dico
che il padrone sa
che i ladri arrivano.
Veglia in attesa del loro arrivo
per non permettere a loro
di aprire un varco nella casa del suo regno
per rubarne la proprietà.
Ma voi siate vigili nel mondo
e sostenetevi con gran forza sulle vostre reni
per timore che i ladri non trovino una via
per giungere fino a voi,
perché le cose necessarie su cui voi fate tanto affidamento,
essi ve le ruberanno.
Possa esservi fra di voi
un uomo vigile che intenda.
Il frutto è ormai maturo
e quello giunge rapidamente con la falce in mano
e lo ha reciso!
Chi ha orecchie per intendere, intenda!”