L´approccio è chiamato “sistemico”, e quindi fa parte delle terapie sistemiche, proprio perchè si lavora su un sistema, ovvero su un insieme di persone che sono collegate tra di loro da un rapporto, che può essere parentale, di lavoro, di svago, sportivo. Nell’approccio sistemico la persona che si rivolge al facilitatore del processo chiede di vedere ciò che c´è, di capire le dinamiche che si muovono all’interno del gruppo. La chiarezza che ne deriva permette di agire per riportare equilibrio e ordine al sistema. Il fine delle costellazioni è quello di far emergere lo stato d´animo e il vissuto dei vari componenti affinché, qualora ci fossero disordini e squilibri, si possa riportare armonia e fluidità nel sistema, prerequisiti di una relazione sana. Uno dei modi per lavorare sul campo cosciente è pronunciare le “frasi sistemiche” ovvero frasi che nella relazione non sono mai state dette (“il non detto”) che smuovono le energie del campo cosciente. Il lavoro si svolge attraverso la rappresentazione della situazione che si vuole vedere.
Questo metodo fa chiarezza sulle interdipendenze dei soggetti che fanno parte di quel gruppo, mostrando le dinamiche “inconsce” che provocano le sofferenze, in vari ambiti: dalla famiglia al lavoro. E´ importante sottolineare che trae benefici dalla rappresentazione familiare non solo chi chiede di vedere il proprio caso ma anche chi è presente come semplice partecipante al seminario. Attraverso le costellazioni familiari si guarda alla persona non solo come individuo ma anche come parte di un sistema, da cui proviene e di cui è parte. Ne risulta un benefico senso di continuità e di libertà dal suo passato. Questo favorisce un senso di serenità, forza e appartenenza libera, che sviluppa amore, compassione, accettazione e rispetto per se stessi e per gli altri.
Come si svolgono i seminari di Costellazione Familiare
La persona che desidera mettere in scena si siede vicino al conduttore (omino con i capelli marroni)
La persona ora è invitata a scegliere fra i componenti del gruppo, in silenzio e dopo essersi concentrato, dei rappresentanti dei membri familiari che il conduttore gli ha indicato.
Ora l’interessato dopo un altro momento di concentrazione dispone le persone, prendendole dalle spalle, in silenzio, in relazione l’una con l’altra, secondo la sua immagine interiore. Senza pensarci.
Ora può tornare a sedersi, per tutto lo svolgimento della rappresentazione sarà un osservatore partecipe di ciò che i rappresentanti diranno e faranno sulla scena.
Quindi, nel seminario si può toccare con mano la realtà di questo principio e dobbiamo ammettere che si sta andando oltre i nostri normali criteri di comprensione. In altre parole, il piccolo io non è in grado di afferrare la vastità di un processo tanto profondo.
Ciò comunque è del tutto irrilevante per il movimento dell’anima che agisce su livelli assai più unitivi delle facoltà mentali che per loro natura tendono a dividere, analizzare, contrapporre, creare scissioni.
Quindi per lo stato attuale delle conoscenze, il fenomeno è inspiegabile ma questo non significa che non porti dei risultati. Per un maggiore approfondimento rimandiamo alla bibliografia sul Campo Morfogenetico di Rupert Sheldrake.
Quando viene trovata l’immagine – soluzione, lo si invita a rientrare e prender posto nella nuova costellazione.
E’ sufficiente poi che mantenga in sé questa immagine e continui a vivere normalmente. Bisognerà lasciar passare un certo tempo.
Come prepararsi
Condizioni necessarie per mettere in scena il Sistema Familiare
Se qualcuno ricostruisce un Sistema Familiare, il proprio o quello di un altro, può farlo solo se ciò è veramente importante e se si tratta di qualcosa di serio, cioè che richieda una Soluzione. Se lo si fa per curiosità, non porta alcun risultato.
Alcune informazioni sulla Ricostruzione
Hellinger: Ricostruire un Sistema Familiare costituisce un lavoro che agisce molto in profondità, per questo l’atmosfera che regna nel gruppo è della massima importanza. Il gruppo deve essere attento e concentrato su ciò che succede. Quando qualcuno mette in scena, tutti devono rimanere in silenzio. La persona che mette in scena e le persone che vengono posizionate rimangono in silenzio.
Troppe informazioni distolgono l’attenzione. Le persone scelte si concentrano all’interno, dimenticando momentaneamente chi sono, i loro scopi personali e le loro intenzioni. Fanno attenzione a ciò che sentono dentro di sè, di ciò che succede quando vengono messe in scena o quando vengono aggiunte altre persone.
E’ importante che l’attore scelto non faccia riferimento a ciò che vede fuori nè che si lasci guidare da quello che crede dovrebbe sentire in quel posto. Deve fare affidamento sulle sue sensazioni corporee e quando dovesse sentirsi diverso da come si era aspettato, deve dire apertamente,senza critica, ciò che sente,nel posto che occupa.
Succede per esempio che ci si senta sollevati quando qualcuno se ne va o muore o ancora che ci si senta attratti da una relazione proibita. Se si tace questo sentimento,qualcosa di importante viene nascosto,bisogna quindi esprimere tutto,senza censure e senza omissioni.
(rivolgendosi a chi mette in scena il Sistema)”Tu organizza la tua costellazione, proprio come te lo senti, secondo il modo in cui vedi le relazioni nella tua immagine interiore e così l’immagine si dispiega mentre tu operi la ricostruzione.
Dimentica quindi ciò che hai programmato , guida gli altri al loro posto, senza gesti, senza parole o sguardi superflui”.
Cosa fa il conduttore
* cerca la causa del problema;
* cerca una soluzione;
* si assicura della serietà e del raccoglimento del gruppo.
Tratto dal libro: “Senza radici non si vola” (La terapia sistematica di Bert Hellinger) Autore: Bertold Ulsamer
Fonte: http://www.domenicolisi.info/costellazioni-familiari