Un miliardo di anni fa, un me del passato, in un mare di incertezza, casini, depressioni, stanchezza e mancanza di direzione, senza sapere niente di spiriti, guide, dimensioni ulteriori della consapevolezza, fece una cosa istintiva. Si rivolse a ‘qualcosa là fuori’ e disse: ‘per favore, non so dove andare, non vedo strade possibili da percorrere. Per favore, aprimi una strada. Fu, per l’appunto, un gesto spontaneo, un misto di disperazione e curiosità, di quei gesti che uno fa perché si è arreso, una di quelle cose di cui poi ti dimentichi. Dopo questa ‘preghiera’ spontanea, seguì una breve serie di ‘coincidenze’ e ‘segnali’. Una sera avremmo dovuto uscire, io e la mia fidanzata dell’epoca, ma lei si sentì improvvisamente male e decidemmo di restare a casa e guardare un film. Non avevamo film però e all’epoca avevamo vicino casa solo un piccolo video club infognato in stradine sperdute, così mi imbarcai alla volta del negozietto, e fuori da questo negozietto vidi il poster di un film che sembrava interessante perciò lo presi.
Guardando il film vidi il volto di un attore che mi ricordava fortemente un vecchio amico, così, preso da un moto di nostalgia, chiamai il vecchio amico. Incidentalmente questo vecchio amico si occupava di qualcosa che poi diventò il mio lavoro per i 7 anni successivi e mi aiutò a inserirmici, un lavoro a cui mai avrei pensato e a cui mai avrei avuto la possibilità di accedere per vie preferenziali. Questo è come funziona il ‘là fuori’, e non c’è molto altro da sapere. Negli anni successivi ho sperimentato questa lezione più e più volte senza mai un buco nell’acqua, eppure, nonostante la semplicità del concetto, mi è piaciuto anche complicarmi la vita, fare corsi su corsi, leggere un migliaio di libri, solo per ritrovarmi oggi, dopo 20 anni di ricerca metafisica, a pensarla ancora come Paxton Robey, autore di No Time For Karma, quando scrive:
“Se adesso sei pronto a chiedere aiuto affinché la tua vita sia guidata dai regni invisibili, condividerò con te le preghiera più potente dell’universo. Ho controllato con Matteo, Marco, Luca e Giovanni e ho il loro permesso non solo di condividerla, ma di affermare che la sua potenza supera quella del Padre Nostro. È la preghiera più efficace che si sia mai sentita nell’universo e non può essere negata da nessuna energia del cosmo. È quella che puntualmente raduna in tuo soccorso gli abitanti di tutti i regni. Sei pronto per questa preghiera? La preghiera è:«aiuto!!!»”
Non c’è poi molto altro da fare dopo se non mettersi in ricezione e seguire i segnali. Consentire e seguire dicevano una volta i miei primi spiriti guida. E certo è che non c’è sforzo nel consentire e seguire. Non c’è lotta, non c’è dubbio. La strada giusta si ‘sente’, raramente la si ‘sa’. Poi tutto sommato ci piace complicare la situazione. E’ sempre così nella ‘densità’. Più si scende nella materia e più ci si complica la vita, con ricerche, libri, studi, pratiche, cerchiamo di diventare esperti, cerchiamo di saperne di più, sempre di più, e crediamo che saperne di più ci possa in qualche modo avvicinare a quel qualcosa che in realtà è più vicino a noi dei nostri stessi occhi, del nostro stesso pensiero. L’ego ama la complessità e personalmente la complessità, per quanto affascinante e divertente per un po’, mi sembra sempre come una serie infinita di cerchi che ruotano su sé stessi e non portano mai da nessuna parte.
Quando consento e seguo invece è più o meno come seguire una rotta. Non definita, per carità, non sempre visibile e raramente senza interruzioni, cionondimeno una linea che porta da qualche parte, una linea che apre sempre nuove possibilità. L’unico ‘errore’ che si può fare è non consentire quello che si riceve e non seguire la propria strada. E questo può accadere per migliaia di validissime ragioni: non hai tempo, non hai soldi, non puoi deludere papà e mamma o la moglie\madre dei tuoi figli, non puoi lasciare un lavoro di cui ti occupi da trent’anni e che ti fa guadagnare bene, sei troppo vecchio, grasso, brutto, etc. Queste e milioni di altre sono tutte ragioni valide secondo la tua mente, secondo ciò che pensi, secondo ciò che è “giusto”. Ma ciò che è giusto raramente ti renderà felice se non è TUO, ciò che è giusto per gli altri, il buon senso, il senso comune ti metteranno solo nei pasticci, nell’incompletezza e nell’infelicità se non è giusto per te. In linea di principio questo è l’unico ‘errore’ che si può fare. Tuttavia, alla fine, non esistono davvero errori in questa realtà. Tutto è lezione, apprendimento, scuola.
Andrea Panatta
Fonte: http://quantum73.blogspot.it/search?updated-max=2015-02-24T23:49:00-08:00&max-results=7
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