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Le regole per effettuare una comunicazione efficace (empatia) sono basate su un ascolto continuo. E’ importate che il buon comunicatore segua delle regole specifiche che sono:
Regola 1: Essere pazienti (la pazienza richiede allenamento). Di solito siamo in sintonia con persone che parlano al nostro stesso ritmo, tendiamo a non seguire chi comunica più velocemente di noi o ci annoiamo quando la conversazione è troppo lenta. Ognuno ha un suo ritmo comunicativo e nei propri bisogni, molte cose possono non essere capite o fraintese andando a rovinare le relazioni. E’ importate saper mantenere la calma ed acquisire un tipo di linguaggio corporeo che debba mostrarsi rilassato e aperto.
Regola 2: Contenere il narcisismo che è in noi. In ognuno di noi è presente un velo di narcisismo funzionale all’elaborazione e perseguimento dei nostri obiettivi. Nel momento in cui cerchiamo di comunicare con gli altri è importante che vi sia una spiccata apertura al prossimo. Vi è mai capitato di incontrare qualcuno che parla sempre di sè non ascoltandovi? Ecco, questo è il tipo di velo narcisista che, molto spesso, diviene disfunzionale per la comunicazione. Gli eccessi, come ben sappiamo, non portano mai a buon fine!
Regola 3: Sviluppare i sensi uditivi. In occidente siamo poco allenati nel controllare i nostri canali uditivi a privilegio di un uso massimizzato del canale visivo. Infatti, pubblicità, social network e video utilizzano in larga misura più quest’ultimo canale. Eppure, nella comunicazione con gli altri il canale uditivo potrebbe esserci tanto d’aiuto! Esistono vari training all’uso del canale uditivo che prevedono esercizi di focalizzazione dell’attenzione e di ascolto al buio, proprio per evitare che si tendi a privilegiare la vista. L’ascolto al buio porta ad un potenziamento  dell’attenzione verso gli stimoli acustici e quindi alla capacità di discriminarli;
Regola 4: Non farsi assalire dalle paure. La paura di non essere accettati o di venire giudicati da amici o da sconosciuti è un enorme ostacolo alla comunicazione efficace. E’ proprio questa paura che porta gli individui a mostrarsi per quello che non sono, dando l’impressione di essere persone insicure o, ancor peggio, false.
Regola 5: Riflettere e rispecchiare. Questo concetto rimanda alla capacità delle persone di ripetere le ultime parole o frasi dette dall’interlocutore oppure ad utilizzare gli stessi vocaboli dell’interlocutore facendoci capire meglio; tutto questo crea empatia.
Regola 5: Evitare etichettamenti. Per esempio dire “sei ossessionato, o sei ansioso, o sei depresso” etichetta molto il soggetto, invece utilizzando delle terminologie più lievi si evita di aggredire verbalmente ed emotivamente l’interlocutore.
Regola 6: Saper utilizzare il silenzio. Il silenzio permette di enfatizzare quello che si dice e facilita la memorizzazione dei concetti negli interlocutori, inoltre dà modo di pensare a cosa è opportuno dire in una specifica situazione. Il silenzio è sacro! 😉
Regola 7: Usare segnali di assenso. E’ possibile fare tutto ciò annuendo con leggeri movimenti della testa (come quando diciamo un “si” o un “no”) o con la voce. Nella cultura italiana, ad ogni modo il gesticolare non manca!;) Tutto questo aiuta a mantenere l’attenzione condivisa e fa emergere maggiore contenuto nelle verbalizzazioni dell’altro. Il tutto, ovviamente, non distogliendo mai lo sguardo; mantenete il contatto visivo e si innamorerà di voi! 😉
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