mela
Buttarsi dentro ad una nuova avventura, rompere con la vecchia vita, seguire il proprio istinto, il proprio naso ed andare alla ricerca delle cose belle.

Una cosa difficile? Certamente, perchè non siamo più abituati a farlo. Anzi, quando sentiamo quell’impulso a seguire qualcosa che sentiamo veramente nostro, che piace a noi, fare qualcosa di diverso (una telefonata a una persona a cui teniamo, quel viaggio sempre desiderato, dire finalmente cosa si pensa del proprio capo, sorridere ad una persona sconosciuta), qualcosa ci frena.

E’ come camminare in avanti con la testa sempre rivolta indietro. Come nell’antico mito del Dio Giano, solo che in questo caso la faccia è stata tagliata in due, e per forza di cose è una storpiatura della natura, corrode l’animo vedere un Dio mutilato.

E’ percorrere la propria esistenza, perdendosi ogni volta tutte le possibilità e le meraviglie che ci sono davanti. E ogni passo che facciamo, pensando di proseguire nel cammino, diventa uno stare nella stessa posizione, sprofondare nelle sabbie mobili, non aggiunge niente di nuovo al percorso. Infatti prima di alzare il piede guardiamo le impronte che ci siamo lasciati alle spalle, e abbiamo paura di procedere. “Fino adesso ho sempre fatto così, perchè dovrei cambiare?” Così pensiamo! Ma se un giorno riuscissimo a girare la testa e volgere lo sguardo in avanti, finalmente, avremmo una risposta a quella domanda.

Perchè cambiare? Perchè cominceremmo a respirare, a scoprire, ad esigere di meglio, a lasciare che le impronte del passato siano solchi sulla terra e basta, non ombre che ci rincorrono e ci dicono cosa fare. Cominceremmo a vedere con gli occhi quello che c’è e non a interpretare la realtà in base alle scelte fatte un tempo.

Cominceremmo a vivere, cioè crescere nel vero senso della parola. Diventare più grandi ogni giorno, capire quante possibilità ci offre il Mondo, comprendendo che sono tutte la per noi. Che senso avrebbe tutta questa abbondanza se non si potesse cogliere? Quello che ha pensato probabilmente Eva vedendo la famosa mela; che senso ha un frutto se non si può saggiarne la polpa? Adamo era quello che guardava indietro, Eva era la voce dell’intuizione che vedeva più in là, che vedeva veramente. E se a qualcuno questo può dare scandalo – Ma come? Eva che se la faceva con il serpente che ci ha condannati al peccato originale e alla cacciata dal giardino dell’Eden – potremmo ribattere che forse non era una prigione anche quel giardino? Ogni cosa può diventare un limite dal momento che ce la facciamo andare bene piuttosto di ammettere che quello che c’è oltre ci fa paura. Una paura anche sensata in effetti. Camminare guardando indietro non è il massimo della sicurezza, ed allora ogni passo diventa un’impresa; ci farà un terrore deviare dal percorso, potrebbe esserci un burrone, un ostacolo, e come notarlo, se non guardiamo avanti. E allora ci diciamo: -Ma no, a me va bene così. Sto bene in questa vita, non voglio problemi, non fa per me.-

Adamo aveva paura di quello che avrebbe trovato fuori, Eva no, lei cercava di crescere.

Quindi ogni volta che in Voi sentite questo fastidioso brivido che spinge a cambiare qualcosa nella vostra vita (potrebbe essere solo il bar dove bevete il caffè abitualmente, o il percorso che fate per andare al lavoro), ricordatevi che state scegliendo se continuare a fissare impronte impresse su una terra morta che non darà mai frutto, oppure dare un morso ad una mela succosa, che aspetta solo di essere gustata.

di Luca Carli
l’autore di Dicono

Il suo blog http://lagiostradelsole.wordpress.com

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