Sapienza è una condizione dello spirito, un modo di essere e non un insieme di contenuti che si ritengano veri e saggi. E’ la posizione interiore del meditante e del contemplatore, che non si preoccupa di spiegare il mondo o le procedure del pensiero ma, è puro testimone,
sic et simpliciter, specchio fluido in cui tutto appare e si dissolve, senza lasciare traccia sulla sua superficie.
Il sapiente è radicato nella sorgente delle cose, che è Uno-Tutto, Nous, Brahman, Vuoto, Phýsis, Energia, Luce-Suono, o più semplicemente il Sapiente è colui che contempla in permanenza tutto ciò che accade, senza distinguere tra Sé e cosmo, interno e esterno, manifesto e immanifesto, prima e dopo, qui e altrove. Ogni pensiero o sistema che implichi una dicotomia tra interno e esterno, manifesto e immanifesto, prima e dopo, qui e altrove, è pensiero relativo, dóxa.
Dell’esperienza sapienziale possono farsi testimonianza scritta o orale le parole, come quelle di Eraclito, Parmenide, Empedocle in Occidente, e delle Upanishad, del Canone buddhista e del Chuang Tzu in Oriente, che vibrano della risonanza mistica da cui sorgono.
Angelo Tonelli
Fonte: angelotonelli.com