Carissime Fiamme, carissimi Operatori di Luce e carissime anime di ogni ordine e grado,
questa lettera forse sarà una sorpresa ma sento il forte bisogno di scriverla, quasi più impellente che la letterina a Babbo Natale…
In questi giorni ricevo moltissimi messaggi di persone che sono stanche, sfinite, esasperate e non ne possono più di questo Cammino di Luce che in questi mesi si mostra così denso e doloroso.
Le domande tipo che mi vengono rivolte sono:
“Ma quando finisce?”
“Ma quando passano queste onde?”
“Ma quando potrò rinascere?”
“Ma cosa posso fare?”
E io non faccio altro che pensare, da giorni, a come aiutare, visto che sono consapevole di essere al servizio ma soprattutto che essere al servizio mi diverte e mi rende felice!!!
Ebbene. Per giorni non si è manifestata nemmeno l’ombra di una idea…
Poi, oggi, mi è arrivata la risposta. Mi è arrivata mentre tagliavo i peperoni.
Mi è arrivata chiara e prorompente come un lampo che squarcia un cielo nero, bella come l’amore quando sboccia, sconvolgente come la pioggia dopo il parrucchiere…
La risposta è “BASTA!”
È ora di finirla….!!!
Si, sono seria, non scherzerei mai su una cosa del genere 🙂
E lo dico a tutti voi che state leggendo…
È ora di finirla con tutta questa Luce e con gli annessi sentieri di luce, e con la ricerca della luce.
È ora di tornare giù, con i piedi, il cuore e l’anima per terra… In contatto con Madre Terra, in contatto con la Vita, in contatto, anche, con il corpo, con le cose vive, vere e sporche, si anche con la cacca…
E’ ora di tornare soprattutto in contatto con noi stessi e con la nostra esperienza qui.
Perché noi, fiamme, operatori di luce, supereroi in incognito, probabilmente non siamo maestri ascesi, magari un giorno, se è nei piani dell’anima, lo saremo, saremo illuminati che camminano sulle acque e spalancano cuori solo a toccare il lembo del loro vestito…
Ma per ora no….la maggior parte di noi no, e vi confido un segreto: non ci viene nemmeno richiesto perché non è il senso del nostro stare qui, ripeto, non per la maggior parte almeno.
Sono certa che tutti noi abbiamo intuito la luce, o abbiamo conosciuto la luce, abbiamo cercato la luce, abbiamo studiato, assaggiato, pregato, raccontato la luce…in fondo siamo luce…
Però….
Però ora tutta questa luce ci sta accecando, perché ci acceca la nostra ricerca della luce, ci acceca il nostro desiderio di luce, di perfezione, ci acceca il nostro desiderio di arrivare ad una dimensione di luce (molto più bella di quello che vediamo nel mondo), ci acceca la nostra voglia di stare bene, e di arrivare (non si capisce dove), ci acceca la nostra voglia di alzarci sopra i nostri supposti difetti senza far spazio a ciò che c’è davvero e che può cambiare e fluire con il cambiare e fluire dei giorni, ma a volte anche dei momenti…
Prendo una pausa, respiro, mi alzo a girare i peperoni, perché fra i miei difetti c’è anche quello che quando scrivo sparisce il mondo e io brucio la cena…
Che ci posso fare, mi vengono le ispirazioni e devo seguirle…
Ma ora che ci penso è proprio così che facciamo tutti… Solo che quando seguiamo un’ispirazione dell’anima ci si colma il cuore d’amore e stiamo bene, bene davvero, perché siamo noi stessi….
Mentre poi arriva quel momento che invece ci perdiamo, ci dissociamo, ci allontaniamo dal vivere ma non è un’ispirazione del cuore che ci fa mollare tutto e partire incuranti della pentola sul fuoco…
No, la maggior parte delle volte mi accorgo che ci dissociamo dentro delle illusioni e si, anche dentro delle illusioni di luce….
Se siamo in contatto con l’anima certo, non possiamo perderci, ma a volte siamo altrove…. diamo spazio alla testa…che non sarebbe una nemica, se guidata dal cuore…
Ma se usiamo la testa scollegata dal cuore perfino la ricerca della luce ci danneggia, perché la ricerca “affannosa” dello spirito ci stacca dal mondo e ci perde in un labirinto come quello di Ende, dove la regola apparentemente folle e’ che “puoi uscire solo se sei felice, ma potrai essere felice solo se esci.”
Ok, lo dico subito, non è vero per tutti, e non è vero sempre, ci mancherebbe…
Ma forse staremmo meno male, e ci godremmo di più il viaggio se fossimo impegnati a vivere, a sperimentare e a godere invece che persi nelle nostre seghe mentali ad inseguire la luce, che poi si prendono solo un mucchio di lanterne per lucciole, nel senso che io trovo di valore le lucciole anziché fredde lanterne.
Mi viene in mente il film “L’avvocato del Diavolo”: uno straordinario Al Pacino, nei panni del Diavolo, dice delle cose molto molto forti al giovane Keanu Reeves:
“Voglio che tu sia te stesso. Lasciatelo dire: il senso di colpa è come un sacco pieno di mattoni, non devi fare altro che scaricarlo! Perché ti accolli tutti quei mattoni? Dio…non è così? Ti voglio dare una piccola informazione confidenziale a proposito di Dio. A lui piace guardare: è un guardone giocherellone! Lui dà all’uomo gli istinti, concede questo straordinario dono, poi che fa? Ti assicuro che lo fa per il suo puro divertimento, per farsi il suo cosmico spot pubblicitario…fissa le regole in contraddizione: guarda, ma non toccare! Tocca, ma non gustare! Gusta, ma non inghiottire! E mentre tu saltelli da un piede all’altro, lui che fa? Se ne sta lì a sbellicarsi dalle matte risate, perché è un moralista! , è un gran sadico! È un padrone assenteista, ecco cosa è! E uno dovrebbe adorarlo? No , mai!
Meglio regnare all’Inferno, che servire in Paradiso: non è così?
Perché no? Io sto qui col naso ficcato nella terra e ci sto fin dall’inizio dei tempi. Ho coltivato ogni sensazione che l’uomo è stato creato per provare. A me interessava quello che l’uomo desiderava e non l’ho mai giudicato. E sai perché? Perché io non l’ho mai rifiutato, nonostante le sue maledette imperfezioni. Io sono un fanatico dell’uomo, sono un umanista! Sono probabilmente l’ultimo degli umanisti! E chi, sano di mente, potrà mai negare che il XX secolo è stato interamente mio?
Ok ok, sono andata troppo oltre?!?!
Ora mi spiego meglio.
Io non penso che Dio sia sadico, ci mancherebbe altro, l’ho pensato in passato, ma non lo credo più ;-), ciò che penso invece è che noi siamo dei grandi, immensi masochisti e non ce ne accorgiamo nemmeno.
Prima in molti vivevamo “un’altra vita”, non ci importava che pochissimo dell’anima, del cammino, della missione, eravamo immersi nella materia e spesso prigionieri dentro una gabbia tutta costruita nella nostra testa a forza di vissuti che avevano generato credenze, ricordi, pensieri, condizionamenti, e che ci faceva sentire imperfetti.
Secondo la nostra percezione eravamo imperfetti per la nostra famiglia, eravamo imperfetti per la religione, eravamo imperfetti per gli amici, per la scuola, per il partner, per il datore di lavoro e chi più ne ha più ne metta….
O per lo meno ci sentivamo così….
Adesso?
Adesso in molti siamo finiti di nuovo dentro una gabbia costruita tutta nella nostra testa che ci fa sentire imperfetti…. Solo che adesso la gabbia e’ dorata e moooooolto più spirituale.
Adesso finalmente siamo saliti in consapevolezza, infatti ci sentiamo imperfetti per Dio e per meritare un po’ di santa pace e di goderci la vita!
Cosa dite?
La realtà esterna non esiste perché è solo riflesso di quella interna?
Ce l’ho…
Tutto è uno specchio??
Ce l’ho…
Solo cambiando dentro cambi fuori?
Ce l’ho…
E’ il karma?
Ce l’ho.
Se fai abbastanza lavoro su di te..
Ce l’ho.
Eh ma sono le vibrazioni, non le hai abbastanza alte..
Ce l’ho anche questa…
Io le ho tutte, qualunque credenza, convinzione, pensiero dal più basso e materiale al più alto e spirituale io li ho passati tutti come le donne si passano tutte le riviste dalla parrucchiera o gli uomini si passano in rassegna tutte le forme di tutte belle ragazze in un bar…
Ce le ho tutte perche’ io ho vissuto di tutto, ho provato di tutto, ho cercato ogni soluzione possibile…
Ho sperimentato fino alla nausea dato che secondo il mio profilo Human Design, o se volete per pura sfiga sono una “investigatrice martire”….
O forse perché il mio compito e’ fare l’apripista, la Guida, e il collettore insieme….
Bene.
Dopo avere esplorato tutte le teorie oggi condivido con voi una cosa che ritengo valida per me, e può esserlo, ovviamente, solo per me.
Secondo me la sofferenza più grande viene dalla nostra ricerca di essere migliori a causa del giudizio che ancora rivolgiamo a noi stessi.
La sofferenza più grande sta nel rifiuto che rivolgiamo a noi stessi, nel nostro sentirci irrisolti, sbagliati, imperfetti, rotti e da aggiustare, che ci fa accantonare la nostra autenticità, presi come siamo a setacciare i difetti dai pregi, come la pula dal grano.
La nostra sofferenza più grande ci arriva dal sentirci inadeguati cosi come siamo.. E allora dobbiamo cercare di dimostrarci più forti, più belli, più bravi, più luminosi, dobbiamo sanarci, dobbiamo vibrare ad una vibrazione più alta…
FAN CUORE
Si ho scritto proprio così…
FAN CUORE
E MI SCUSO SE QUALCUNO SI SENTIRÀ OFFESO…
Ma non intendo mostrarmi diversa da quello che sono.
Non più.
Sapete perché penso che siamo masochisti? Perché non facciamo altro che rifiutare delle parti di noi…
Perché quasi tutte le volte si attiva quel genio del nostro giudice interiore (che abbiamo messo insieme negli anni dell’infanzia ed è semplicemente l’ologramma della somma di tutte le volte che abbiamo pensato di non andare bene così come siamo) e ci perdiamo dentro una bolla di sapone nella nostra testa e ci dimentichiamo di vivere costringendoci in un labirinto di contraddizioni: guarda, ma non toccare! Tocca, ma non gustare! Gusta, ma non inghiottire! No no e poi no, non va bene così….:
Sia mai che se inghiotti perdi l’aureola, o l’alone spiritual New age che cerchi di guadagnare….
Respiro.
Respirate anche voi…
È ora di smettere di cercare soluzioni, di volere risolvere le cose, di mettere insieme tecniche, di fare corsi, lezioni, ipnosi, sessioni, induzioni, SE tutto ciò che facciamo non è fatto dal Cuore….
E io lo so quante barriere può mettere insieme un cuore per non sentire dolore…. Credetemi, lo so bene.
Ma sapete perché continuiamo a stare male, perché continuiamo a intercettare vibrazioni basse che ci spostano, perché perdiamo il nostro centro, perché veniamo influenzati anche dall’ultima galassia dell’ultima dimensione dell’ultimo remotissimo angolo sperduto nello spazio tempo…sapete perché il cammino è tanto duro???
Perché continuiamo ad opporre resistenza all’anima, al cuore e all’amore.
E ci inventiamo così tante cose per opporre resistenza all’amore, alla vita, al sentiero della nostra anima che ci convinciamo anche di vivere nella luce e nel cuore quando il cuore è chiuso dentro il rifiuto che rivolgiamo a noi stessi…e la luce non può entrare davvero.
Tutto qui.
Semplice.
Lampante.
Chiaro come il sole.
La sofferenza e’ nella nostra resistenza a lasciare che il nostro cuore si apra, perché ne abbiamo paura, ne abbiamo un terrore folle…. Temiamo il nostro stesso cuore più di un mostro succhia sangue nascosto sotto il letto…
E tutto ciò che ci chiede l’anima, invece, è proprio aprire il cuore.
E tutto sul cammino cospira affinché questo accada.
Ma noi resistiamo, perché abbiamo paura.
Abbiamo paura di essere noi stessi, abbiamo paura che essendo noi stessi non andremo bene, abbiamo paura di non poter essere amati così come siamo, abbiamo paura del nostro buio e della nostra Vera Luce, abbiamo paura di essere rifiutati da Dio, ma chi rifiuta Dio siamo noi rifiutandoci.
Ecco l’ho detto.
Respiro.
Lo so lo so, siete arrivati alla fine di questa lunghissima lettera ma state ancora male, magari siete ancora più confusi di prima e non avete letto nemmeno un briciolo di soluzione pratica…
Ma a dire il vero oggi ho anche quella..;-)
A Natale si sa arrivano doni….
E perciò ecco la mia soluzione, proposta, la dico a ciascuno di voi, personalmente.
Fai spazio. Smettila di scappare, di lottare e di resistere e fai spazio.
Se provi rabbia fai spazio alla rabbia.
Se provi tristezza fai spazio alla tristezza.
Se provi gioia fai spazio alla gioia.
Se ti giudichi fai spazio al fatto che sei nel giudizio.
Se non sei nel perdono fai spazio al fatto che ancora non puoi perdonare.
Se sei follemente innamorato fai spazio a questo amore.
Se hai voglia di ridere e divertirti quando intorno gli altri soffrono, fai spazio al tuo desiderio.
Se non ce la fai ad andare oltre un dolore fai spazio al fatto che non ce la fai ancora.
Se non hai avuto successo in qualcosa fai spazio all’insuccesso e a ciò che significa per te.
Se odi tua madre fai spazio all’odio (che non significa tirarle il panettone addosso il giorno di Natale, bensì fare spazio a ciò che provi senza scaricare ciò che provi sull’altro.)
Se adesso, dopo aver letto questa lettera provi disgusto, fai spazio al disgusto.
Inizia a dire di Sì a ciò che c’è, a ciò che sei, a ciò che provi.
Non sto certo dicendo che non puoi cercare di diventare la migliore versione di te stesso, ma spesso potresti ottenerlo con molto meno sforzo smettendo di impegnarti per esserlo.
E sai cosa ti dico?
Se inizi a dire di Sì a ciò che c’è, a ciò che sei, a ciò che provi si accenderà in te una immensa luce…che prenderà sempre più spazio….
E conoscerai l’accoglienza e l’amore come forse non li hai conosciuti mai…
Fai spazio.
Con infinito amore.
Virna Trivellato
Fonte: https://www.facebook.com/virna.trivellato/posts/10211393351699461