Spesso sento persone negli ambienti spirituali lamentarsi per il fatto di aver vissuto esperienze di apertura del cuore e di risveglio anche molto intense, e averle poi “perdute”.

Il cercatore spirituale, è noto, talora è una forma degenerata dell’umano medio. Se quest’ultimo si limita a profondersi in lamenti per “il tempo, le donne ed il governo” (come cantava De Andrè), il “praticante spirituale” trova maniere ben più sofisticate per mostrarsi ingrato verso la Vita, arrivando a obiettare persino sugli stati di coscienza che gli vengono o non gli vengono concessi.

Le parole di Gesù, alla stregua di amorevoli “ceffoni”, giungono a ricondurci alla realtà:

“Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l’udirono!”
-Mt 13, 16-17

Vi rendete conto dell’immenso privilegio che l’esistenza vi concede, nel momento in cui riuscite anche solo ad intuire cosa siano il Perdono, l’Amore Incondizionato e la Presenza di Dio dentro di voi? 
Vi rendete conto di quante persone vorrebbero potersi cibare anche solo delle briciole della mensa cui voi siete invitati (Mt 15, 21-28) e alla quale, imbronciati, tardate a presentarvi?

Molte persone non hanno minimamente gustato le delizie del Regno di cui avete pure avuto un assaggio, eppure non sono meno degne, anzi, forse sono persino “profeti” o quanto meno dei “giusti”.

Uomini e donne che non hanno che un vago presentimento di un Dio, là fuori, non si stancano di lottare contro il dubbio tutti i giorni e di pregare per ciò che sanno, fosse alla semplice Messa della domenica.

Altri affrontano le stagioni dolorose dell’evoluzione in cui la presenza del divino si nega per intero e si giunge a credere di essere semplici creature di carne, in un universo disabitato; pure, fedeli a un barlume della loro coscienza, perseguono ostinatamente l’onestà e la rettitudine, anche se convinti che per questo nessuno li ricompenserà.

Voi, che spesso guardate a questi fratelli più piccoli con superiorità -e talvolta persino con disprezzo-, lamentate le poche fatiche che vi sono chieste, a fronte delle smisurate ricompense che già avete gustato. Cedete e vi arrendete in modi indecorosi. Lamentate di non avere abbastanza -se non siete già illuminati- ignorando che la bramosia che vi spinge a rivendicare il Regno di Dio come fosse cosa dovuta è proprio ciò che ve ne ha allontanato.

Se al contrario, meditando sulle parole di Gesù, comprendeste quanto beati sono i vostri occhi e i vostri orecchi, non potreste che spendere il vostro tempo lodando la generosità della Vita. E la commossa gratitudine per quanto già avete, diverrebbe essa stessa quell’esperienza del Regno di cui ora lamentate la mancanza.

Alessandro Baccaglini

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