L’astrofisica Giuliana Conforto in uno studio sulla futura scienza di Giordano Bruno evidenzia come il pianeta si stia trasformando e come il filosofo nolano sia uno dei grandi saggi che l’abbiano previsto… quella di Bruno è scienza del futuro, coscienza delle infinite potenzialità dell’essere umano e soprattutto della sua immortalità… egli annuncia la nascita dell’uomo nuovo, libero da tabù e paure, capace di ricevere e di riflettere nelle sue opere l’intero messaggio vitale, oggi noto come DNA, quindi di creare un nuovo mondo di pace e vera giustizia; Bruno rivela il grande segreto, la magia della natura: la comunione naturale di ogni corpo con il messaggio genetico, che fu poi il motivo vero della sua condanna perchè vanifica il ruolo della Chiesa come intermediaria tra l’uomo e Dio: Bruno rivela il ruolo centrale di protagonista dell’uomo nel progetto cosmico, prevede i tempi attuali e l’evento che ristabilirà l’antico volto: il risveglio dell’uomo alla coscienza dell’infinita e vera realtà, l’AMORE.

Tale Forza cosmica prende il nome in Bruno di Eroico furore. L’uomo nuovo è il furioso, l’ebbro di Dio e arso d’amore che con uno sforzo eroico (da eros) e appassionato giunge a una sorta di sovrumana immedesimazione con il processo cosmico per cui l’Universo si dispiega nelle cose e le cose si risolvono nell’Universo, generando una sorta di copula d’amore tra lui e la Natura.
Solo il fuoco dell’esperienza dell’Amore è in grado di aprire la strada alla visione di Dio, del Tutto, dell’unità…scorrendo in particolare i suoi sette scritti magici, tra cui esemplare risulta essere la Lampas triginta statuarum, testo di eccezionale bellezza poetica e immaginativa, il lettore non può non cogliere questo moderno senso del Divino nell’uomo come appartenenza al Tutto, scintilla perfetta di un Tutto unico e animato, questa affascinante concezione della metempsicosi di ascendenza orfico-pitagorica (la morte non è altro che una dissoluzione di legami, ma nessun spirito o nessun corpo celeste perisce: è solo un continuo mutare di complessione e combinazioni –De Magia Naturali), questo senso etico di giustizia cosmica che spinge le anime a comunicarsi a corpi sempre diversi, in una sorprendente affinità con il Karma delle religioni orientali, nella commossa intuizione che l’anima possa istituire innumerevoli legami tra piani dell’universo.

Bruno quindi prima dello stesso movimento romantico ha riportato l’attenzione sull’intima connessione del Tutto rispetto all’analitica scansione delle parti, in cui il pensiero logico-razionale per natura trattiene se stesso, smarrendo i vincoli che legano tra loro tutte le cose. Dunque, ”non essendoci nell’universo parte più importante dell’altra, non è concesso all’uomo quel primato che lo prevede possessore e dominatore del mondo, ma semplice cooperatore dell’operante natura”.
All’ enfatizzazione del soggetto Bruno contrappone un percorso opposto: non il primato dell’uomo, ma ”il primato degli equilibri sempre instabili e sempre da ricostruire tra soggetto e oggetto, tra uomo e natura. La magia, che non è potere sulla natura, ma scoperta dei vincoli con cui tutte le cose si incatenano, secondo il modello eracliteo dell’invisibile armonia, è la proposta filosofica di Bruno, antitetica sia alla matematica sia alla religione.”
G. Galimberti

Alla legge dell’uomo occidentale sul Tutto, la magia bruniana si volge alla legge del Tutto.
Nel discorrere oggi delle idee straordinarie che Bruno ha consegnato alla modernità, non possono ad esempio passare ex silentio le due opere in chiave ermetica che si presentano come veri trattati di arte della memoria, la mnemo tecnica: ”De umbris idearum” e “Cantus circaeus”.
Si veda l’analisi sottile e raffinata che GABRIELE LA PORTA ci offre nel suo libro Giordano Bruno. Vita e avventure di un pericoloso maestro del pensiero: le immagini descritte dal filosofo non avrebbero solo il compito di potenziare e raffinare la memoria visiva, ma rivestirebbero anche un significato propriamente magico… Infatti la loro contemplazione e la loro rammemorazione porterebbero in contatto con energie cosmiche primordiali, con la vera quidditas delle cose, con le realtà supreme e archetipe, infondendo nell’animo pace, quiete, serenità…
Secondo l’acuto scrittore, Bruno si propone di suscitare una sorta di rivoluzione spirituale: seguendo le vie di un sapere esoterico, che ha tutti i caratteri di un’illuminazione, l’uomo si libera dai pregiudizi, dalle passioni negative, dagli egoismi per diventare saggio… cioè in grado di percorrere la via della Forza, quella Forza che è trasparenza, libertà e verità, una scienza futura che savi come Bruno già conoscevano; una coscienza che comprende interamente il messaggio della Vita e soprattutto il ruolo cosmico, immortale dell’essere umano.
Come non ricordare poi la sua vulcanica intuizione cosmologica… fu il primo a interpretare che la vita intelligente è distribuita un po’ dappertutto nell’universo, ponendo così le basi alla giustificazione dei trasferimenti di essa da pianeti in estinzione ma ad alto livello di tecnologia a pianeti non abitati ma tali da consentire la vita. A ragione Bruno viene visto come il primo ufologo, oggi le sue osservazioni sono considerate il punto di partenza per la ricerca di altre forme di vita nell’universo.

Superando la rivoluzione copernicana, immaginava un universo infinito, popolato da un’infinità di stelle che, buttate giù le muraglie del cielo fisso e finito, corrono per ogni dove… stelle come il nostro sole, ciascuna circondata da pianeti su taluni dei quali prosperano altre intelligenze, creature viventi senzienti e razionali ”Apri la porta attraverso la quale possiamo osservare il firmamento senza limiti” era il suo motto… ”Così si magnifica l’eccellenza di Dio, si manifesta la grandezza de l’imperio suo: non si glorifica in uno, ma in soli innumerevoli, non in una terra, un mondo, ma in duecentomila, dico in infiniti”… Un universo dunque senza limiti dai caratteri divini: infinito lo spazio, infiniti i mondi, infinite le creature, infinita la vita e le sue forme…
Si potrebbe chiudere questa riflessione meramente propedeutica alla necessità di far risorgere le intuizioni bruniane, con un’asserzione efficace del geniale filosofo che più volte sostiene di essere la reincarnazione di Ermes, il messaggero degli dei, sceso per aprire gli occhi agli uomini…
”L’umanità ha bisogno di persone che testimonino la possibilità della fratellanza, in nome della conoscenza e della ricerca… Sono realista, se volete pessimista per il presente, ciò non toglie che bisogna testimoniare e gettare i semi per piante che fruttifereranno nel futuro.. Non è possibile dire quando. Ma è importante lasciare un segno, dire parole, formulare pensieri, vivere in una dimensione di segno opposto a quella dell’attuale imbecillità. E soprattutto non bisogna scoraggiarsi”.

Manuela Racci

Fonti: www.manuelaracci.com
www.accademiaopera.it





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