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Per quanto riguarda le energie vegetali, la loro raccolta deve avvenire in punti geomagnetici positivi, lontano dall’inquinamento dei centri abitati, allo scopo di ottenere un preparato più efficace, con piante che hanno mantenuto inalterata la memoria della propria specie e sviluppato a pieno il loro campo energetico. La seconda deriva dalla scuola

La pianta coltivata è più debole, perché costretta a vivere in un habitat innaturale e che le fa smarrire l’anima vegetativa. Quella selvatica è più forte e quindi più attiva, perché costretta a combattere per sopravvivere, senza concimi e insetticidi, nel suo ambiente di origine, perché assorbe la composizione magnetica del luogo in cui cresce e conserva meglio le valenze terapeutiche della propria specie. Per la preparazione dei farmaci vengono utilizzate determinate parti della pianta fresca (radice, foglia, seme, fiore), raccolta nel momento di maggiore energia, coincidente con i primi giorni di luna crescente, considerando i giusti tempi astrologici: stagioni, giorni e ore precisi, corrispondenti al genio planetario della specie.
Il luogo dove nascono le piante deve essere in equilibrio con i quattro elementi: senza violente o eccessive precipitazioni per quanto riguarda l’elemento acqua; protetto da eccessiva esposizione al sole per quanto riguarda il fuoco; riparato dal vento per quanto riguarda l’aria; col giusto angolo di incidenza, dal punto di vista dell’irradiazione elettromagnetica del sole e della luna, per quanto riguarda la terra. In questo modo non si mina il delicato equilibrio idrosalino della pianta, se ne conserva il contenuto di oli essenziali e si amplifica il suo potenziale formativo e informativo.
Per estrarne tutti i principi, le radici vanno raccolte nel tardo autunno, dopo le prime brine e nelle ore del mattino o dell’imbrunire, in giornate serene e con tempo stabile; invece le foglie ed il fusto in pieno sviluppo e prima della fioritura, nelle ore della mattinata, ma non oltre mezzogiorno, in giornate assolate e prive di vento; al primo mattino e nelle stesse condizioni di tempo i fiori non ancora sfioriti ed i frutti, quando hanno raggiunto la maturità.
Considerando la pianta in generale, le radici agiscono sul cervello, le foglie e il fusto sugli organi del torace, i fiori sugli organi riproduttivi, frutti e semi sugli organi del ricambio. Inoltre le radici sono legate a Saturno, il gambo a Marte, le foglie alla Luna, i fiori a Venere, i frutti a Giove e i semi a Mercurio. Le radici sono poi associate all’elemento terra, le foglie all’elemento acqua, i fiori all’elemento aria e i semi all’elemento fuoco.
spagyria
Ogni specie vegetale ha un’anima ove è prevalente un archetipo o pianeta, che le conferisce particolari virtù curative. In genere le piante saturnali possono essere astringenti, coagulanti, antinfiammatorie, febbrifughe, refrigeranti e sedative, ma anche tossiche; possono agire sulla milza e il midollo osseo. Le piante gioviali possono essere antispasmodiche, balsamiche, corroboranti ed emollienti; esse possono bloccare lo stimolo del vomito, regolare transitoriamente le funzioni degli organi, in specie del fegato. Le piante mercuriali possono essere antiossidanti, nervine, rilassanti ed attenuare cefalee ed emicranie; esse possono essere usate come aperitivo, agiscono sull’addome, sui bronchi e sui polmoni.

Le piante venusiane possono essere diuretiche, antisettiche; esse possono arrestare le emorragie (emostatiche) ed agire sulle infiammazioni e alterazioni renali e degli organi sessuali. Le piante marziali possono essere afrodisiache, stimolanti, toniche, ma caustiche e vescicanti; possono agire sulla cistifellea e sui condotti biliari. Le piante lunari possono essere calmanti, soporifiche, lenitive; esse possono avere caratteristiche enzimatiche e fermentative, agire sul plesso del gran simpatico, sulle ghiandole sessuali, favorire il vomito in caso di avvelenamenti (emetiche), ma anche alterare il sistema nervoso e la psiche. Infine le piante solari possono avere proprietà ricostituenti, sudorifiche, stimolanti e digestive; esse possono agire sul cuore e circolazione.

Le piante saturnali in genere hanno una forma allungata e sottile; un colore scuro o slavato, violaceo; un sapore sgradevole, amaro, acre; un odore sgradevole, maleodorante; una crescita lenta. Le piante gioviali in genere hanno una forma compatta e abbondante; un colore blu luminoso, anche giallo; un sapore buono, rinfrescante, a volte salato; un odore gradevole, leggermente acre; una crescita fiorente e abbondante. Le piante venusiane in genere hanno una forma bella ed elegante; un colore rosa, bianco e blu chiaro; un sapore piacevole o dolce amaro; un odore che stordisce, molto profumato; una crescita rigogliosa. Le piante lunari in genere hanno una forma caratteristica, a volte insolita; un colore bianco, grigio o viola chiaro; un sapore insipido; un odore poco forte; una crescita rapida. Le piante mercuriali in genere hanno un forma curva, insolita; diversi colori, cangianti, arancioni, giallognoli; un sapore dolciastro, aromatico; un odore aromatico, caratteristico; una crescita molto rapida. Le piante marziali hanno un aspetto ispido, spinoso; un colore rosso; un sapore piccante, salato; un odore penetrante, forte, di bruciato; una crescita non univoca, non uniforme. Le piante solari in genere hanno un aspetto eretto e imponente; un colore arancione o giallo; un sapore intenso, aspro; un odore forte, aromatico; una crescita continua.


Sono prevalentemente saturnali la borsa del pastore, il carciofo, il cardo, la cicoria, il granturco, l’equiseto o coda cavallina, la genziana, il luppolo, la gramigna, l’edera; sono pure saturnali le velenose solinacee, come la mandragola, lo stramonio, l’elleboro, la belladonna, l’aconito e la cicuta, oltre alle piante sedative o antidolorifiche come l’artiglio del diavolo, il salice, la canapa, l’amaranto. Sono prevalentemente gioviali il tarassaco, il basilico, la celidonia, l’issopo, il castagno, il rovo, la salvia, l’indivia, la bietola, il cardomariano, la malva, il tiglio, l’oleandro, il melo e il lino. Sono in prevalenza venusiane la bardana, il mirto, la verbena, la menta, il muschio, l’achillea, l’uva orsina, la betulla, la melissa e il sambuco. Sono in prevalenza lunari il papavero, l’antea, la lunaria, il calamo, il bambù, la felce, la mirra, l’artemisia, l’alchemilla, l’agnocasto, l’issopo, il cavolo, il crescione, il cetriolo, la zucca e la lattuga. Sono in prevalenza mercuriali il finocchio, lo zenzero, l’anice, lla sambuca, la polmonaria, l’origano, la maggiorana, il prezzemolo, la carota, la valeriana, il sedano, la santoreggia, la liquirizia, il trifoglio, l’herba Moly, l’echinacea, l’eucalipto, il nocciolo, il noce e la lavanda. Sono prevalentemente marziali il biancospino, il basilico, l’acanto, la prunella, il frassino, il leccio, il timo, la genziana, il peperoncino, il rusco o pungitopo, l’aglio, la cipolla, la vite e l’ortica. Sono in prevalenza solari l’angelica, la calendula, la camomilla, il ginepro, l’elicrisio, l’iperico, l’eufrasia, il limone, l’olivo, il noce, l’incenso, il rosmarino, l’alloro, il vischio e la ruta.

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Un’opera enciclopedica in sei volumi sulle virtù di tutte le piante, ispirata all’erbario greco di Dioscoride, viene pubblicata nel XVI dal medico senese Pietro A. Mattioli; il collegamento di ogni specie ad una o in certi casi a due influenze planetarie è effettuata in maniera organica con l’erbario di Nicholas Culpeper, pubblicato in Inghilterra nel XVII secolo.

Al fine di tutelare in via preventiva la salute, la pratica alchemica favorisce una più fluida circolazione degli umori presenti nell’organismo umano. Essa tiene conto del fatto che gli umori sono legati ai quattro elementi, che si succedono nel ciclo annuale dei dodici segni dello zodiaco, col predominio alternato di ognuno di essi ogni quattro mesi. Lo squilibrio significa che manca la spinta alternata di tutti gli elementi e questo in genere perché un elemento è iperattivo, uno è esaurito e gli altri due sono poco attivi.

Molto sinteticamente, se l’elemento acqua è iperattivo, sono iperattivi l’umore flemmatico, il sistema vegetativo e linfatico, il pancreas; al contempo è inattivo l’elemento complementare fuoco con l’umore bilioso, il sistema sanguigno, la cistifellea e lo stomaco; mentre gli elementi terra e aria sono poco attivi. Se l’elemento l’aria è iperattivo, sono iperattivi l’umore sanguigno, il sistema neurologico e sanguigno dell’ossigenazione , il fegato e i reni; sono invece inattivi l’elemento terra, l’umore malinconico, il midollo osseo, la milza e l’intestino; mentre gli elementi acqua e fuoco sono poco attivi.


Per realizzare se un elemento sia iperattivo o inattivo in un composto umano, oltre la consultazione del tema natale astrologico, è importante individuare l’aspetto fisico ed il temperamento dell’individuo. In linea di massima chi subisce la iperattività del fuoco è magro, collerico, con intelligenza e immaginazione vivaci, con funzioni neurovegetative rapide; la sua cute è calda e olivastra, il suo sguardo penetrante ed espressivo, il che rivela un carattere espansivo, volitivo, ambizioso, passionale, coraggioso. Egli batte molto il tacco delle scarpe per marcare il territorio e vive fortemente l’elemento in cui la vera manifestazione dello spirito trova maggiori possibilità per farsi strada e che come supporto si serve del sangue.

Chi subisce la iperattività dell’aria ha forme tondeggianti ma piene, la cute rossa e calda, con funzioni neurovegetative attive; la sua intelligenza è veloce, creativa, intuitiva, il suo è un carattere estroverso, allegro, gioviale e impulsivo. Egli si muove spesso sulla punta delle scarpe, come per staccarsi da terra, vive essenzialmente nell’elemento in cui si esprimono le forze dell’anima, le quali da un lato si servono del sistema nervoso, dall’altro della respirazione.
Chi subisce la iperattività della terra è magro, astenico ed ha la cute fredda e olivastra, con funzioni neurovegetative rallentate; il suo sguardo è poco espressivo e rispecchia un carattere introverso, melanconico, riservato, pessimista; il suo passo è pesante e strascicato. Egli vive nell’elemento terra ed è il temperamento in cui emerge maggiormente il solido e il fisico.
Chi subisce la iperattività dell’acqua ha forme rotonde e flaccide, con funzioni neurovegetative torpide. Egli ha un carattere introverso, adattabile, sensibile, paziente e riflessivo; la sua cute è pallida e fredda. Il corpo del flemmatico è unito soprattutto alle forze della crescita che sviluppano la vita e che si celano nell’elemento acqua, perciò nel suo organismo i fluidi hanno la massima importanza ed il sistema ghiandolare ha un ruolo di primo piano.

Occorre poi considerare il timbro, la tonalità ed il volume della voce: lenta, bassa e con profonde risonanze con predominio di terra; fluida, scorrevole, moderata con predominio di acqua; veloce, forte, alta con predominio di aria; distinta, potente, penetrante con predominio di fuoco.

Allo scopo di salvaguardare la salute psicofisica, è opportuno prendere coscienza delle emozioni dominanti nella propria esistenza, tipiche di un preciso umore. Se ad esempio nelle attività giornaliere si presentano spesso la mancanza di sentimenti, la depressione, la inquietudine, la taciturnità, la frustrazione, il sospetto, l’invidia, il rancore, l’egoismo e l’attaccamento ai propri beni, l’elemento terra e l’umore melanconico non sono in equilibrio. Se invece è frequente l’amore per lo studio e la ricerca, la riservatezza, la tenerezza, la concentrazione e la ponderazione, l’elemento è in equilibrio.

Lo stesso succede con l’apatia, l’indifferenza, l’infelicità, la sottomissione, l’imbarazzo, la vergogna, il timore, il disgusto, l’incertezza e la stanchezza con l’acqua e l’umore flemmatico; lo stesso succede con l’ansia, il rimorso, la furbizia, l’euforia, l’ironia, l’ipocrisia, la gelosia, l’eccitabilità e l’eccessivo piacere dei sensi con l’aria e l’umore sanguigno. Invece il fuoco e l’umore bilioso è dominante se sono presenti frequentemente l’orgoglio, l’ira, l’odio, l’impulso vendicativo, la prodigalità, l’ambizione, la passione, gli impulsi possessivi e autoritari. L’elemento acqua e l’umore flemmatico sono in equilibrio se è presente la felicità, la versatilità, la sensibilità, la fiducia e la speranza; l’elemento aria e l’umore sanguigno sono equilibrati se è presente l’ingegnosità, l’armonia, la prontezza, l’allegria e la gentilezza; l’elemento fuoco e l’umore bilioso sono equilibrati se è presente la pietà, la generosità, il coraggio, l’entusiasmo e l’amore per gli altri.

Nell’uomo la salute si regge sul delicato equilibrio tra il sistema endocrino, l’apparato immunitario, la rete neurologica e la mente. Se si scompensa uno di essi, anche gli altri si alterano e la predisposizione genetica ad una malattia ha campo libero. Quindi di estrema importanza è il raggiungimento di una effettiva sincronia tra la sfera istintiva della libido, quella emozionale delle passioni e quella psichica dell’intelletto, legate a tre tipi di cervello.

Nell’uomo vi è un cervello detto rettiliano, di formazione più arcaica, legato ai centri motori e all’istinto, che è preposto al soddisfacimento dei bisogni del corpo – bere, mangiare, dormire, copulare – o di difesa. Governa con una velocità istantanea il metabolismo incosciente e le reazioni automatiche. Formato dal midollo spinale e dalla parte dell’encefalo ad esso collegato, segnala con il dolore o il piacere fisico lo stato di salute, con le forti emozioni primarie della paura o dell’ansia o della collera uno stato di pericolo o di contrasto per l’esistenza dell’individuo, procura al corpo attraverso la scarica immediata di ormoni e neuro trasmettitori l’energia necessaria ad reagire nella maniera più opportuna.

Si distingue poi un cervello del sistema limbico, di formazione successiva alla quello rettiliano, legato ai centri umorali e agli stati emotivi propri dell’anima. Tramite reazioni umorali ed emotive, causate all’individuo dai problemi della vita di relazione, tale cervello memorizza il comportamento più adatto ad affrontare le relazioni e le competizioni in un gruppo sociale. Pertanto regola, tramite un pregresso condizionamento della specie umana o i condizionamenti del singolo da parte degli altri, i rapporti interpersonali. Formato dall’ippocampo, dall’amigdala e dal talamo, alle difficoltà di relazione o a situazioni di competizione reagisce tramite stati d’animo ricorrenti e modi di pensare programmati, che a volte sono utili ma spesso sono acritici, rigidi e ripetitivi, che si ripercuotono in maniera stressante o patologica sull’esistenza e priva lo stato di coscienza della lucidità e fluidità necessarie ad analizzare con obbiettività le situazioni.
Infine è presente un cervello della corteccia cerebrale, di formazione più recente, legato al centro psichico evoluto, che attiva la riflessione interiore, la intelligenza e la creatività. E’ suddiviso a sua volta in un emisfero sinistro, legato al linguaggio logico e alla ragione, e in un emisfero destro, legato alla intuizione e alla immaginazione. A differenza delle emozioni rettiliane e del pensare e sentire limbici, con cui è spesso in contrasto, determina uno stato mentale libero, elastico, critico, probabilistico, che spinge verso la evoluzione e conoscenza spirituali. Non è supportato dalla velocità delle emozioni o dalla programmazione del comportamento, e quindi quasi sempre subisce la forza dirompente e condizionante degli altri due cervelli.
Lo stato di salute e di appagamento interiore dipende da un armonico utilizzo delle funzioni di questi tre cervelli. Purtroppo ciò accade raramente, perché si tende a stimolare troppo i piaceri del cervello rettiliano, andando oltre il naturale soddisfacimento dei bisogni fisici, oppure le forti emozioni legate alle sue reazioni davanti a situazioni estreme, fuori del normale, appositamente ricercate.
Del pari si segue passivamente il modo condizionato e persistente di sentire e di giudicare del sistema limbico, di per sé confortante perché elimina dubbi ed esami di coscienza, ma spesso sbrigativo, alla lunga opprimente, quasi maniacale, perché si ferma alle apparenze, ad una rappresentazione riflessa della realtà, senza affrontare in profondità le problematiche esistenziali, imprigionando in un circolo vizioso di pregiudizi e stati d’animo immotivati. Ciò può determinare, col passare degli anni, stati di tensione o depressione, in contrasto con l’intelligenza creativa ed evolutiva, che non riesce mai ad esprimersi e a sbloccare la situazione involutiva.
Per evitare tale situazione, che deteriora rapidamente la salute, l’operatività alchemica consiste nel destrutturare e ristrutturare il caotico composto psicofisico dell’uomo ordinario, nel concedere spazio e tempo alla riflessione più lenta della corteccia cerebrale, in grande parte inutilizzata, in maniera che possa avere il sopravvento sugli altri cervelli.
L’alchimista vuole far prevalere l’intelligenza e la creatività, indispensabili per l’integrazione spirituale dell’uomo, e pertanto utilizza la meditazione, il silenzio, il digiuno, l’isolamento, la recitazione di preghiere o carmi, la contemplazione della natura, la focalizzazione o visualizzazione interiore, particolari attività fisiche. Questi stacchi servono a disarticolare i meccanismi automatici del rettiliano e a spezzare il condizionamento alienante del limbico, che tra l’altro spingono sempre ad agire con la paura o la rabbia, nell’agitazione o nell’ansia, a fare le cose in maniera ripetitiva e acritica, in fretta e furia, spinti dal senso di colpa o del dovere, perché in questo modo hanno facilmente il sopravvento sul ragionamento.
In realtà l’alchimia interiore o mentale s’ispira alla medicina ermetica, risalente a quella sacerdotale di Esculapio, il dio greco della medicina, che considera la malattia nella sua essenza un contrasto tra corpo e anima, tra anima e spirito; essa ricerca rimedi e guarigioni attraverso intuizioni e immagini oniriche, che affiorano dall’inconscio e la presa di coscienza dei propri squilibri profondi. Anticamente ciò si raggiungeva frequentando luoghi sacri o santuari, come quello di Epidauro, con l’assistenza di sacerdoti terapeuti; oggi con tecniche individuali, come l’operatività alchemica, che aiutino a superare la consapevolezza comune.
A tal fine sono utili particolari attività fisiche o psichiche, come l’immaginazione creativa che va a modificare quell’immagine virtuale che costituisce l’anima dell’uomo. Tra le tecniche più seguite si possono menzionare la meditazione, la contemplazione ed il rito, inteso come dare il giusto ritmo all’esistenza quotidiana e così renderla sacra, cioè con finalità trascendenti. Soprattutto sono efficaci le attività artistiche, che dilatano le coordinate del tempo e dello spazio, per mettersi realmente in contatto con l’anima individuale e con lo spirito. Tra esse spiccano le terapie del colore e del suono, legate alla vibrazione delle ottave, tra le quali eccellono la danza e il canto sacri.
Giorgio Sangiorgio
Fonte: www.il-convivio.it
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