… uomini fummo, e or siam fatti sterpi … (13)
… l’altr’era come se le carni e l’ossa fossero state di smeraldo fatte… (63)
PIER DELLE VIGNE E ALCHIMIA DELLA MATERIA
Dovremmo brindare, oppure mettere una bandiera sul tetto: stiamo entrando in Seconda Ottava! Magari il brindisi ce lo serbiamo per il Passaggio dell’Equatore (25-75), però devo dirvelo: qui la Geometria Sacra del Poema indica il suo vero incipit, drammatico e geniale. Più si scende all’inferno e più si sale in paradiso. Avessimo bisogno di un grande esperto degli Opposti, rivolgersi all’Alighieri. Ma non è soltanto questo: è arrivato il tempo di svelarvi il segreto del Valzer, la compattezza semantica dei canti raccolti per Sacre Triadi, che raccontano tutta un’altra storia.
- Il Poema comincia e ri-comincia sempre dall’ultimo verso, dall’amore che move il sole e l’altre stelle. E dalle stelle, perché siamo stelle, scendiamo per affrontare la nostra vita senza sapere che è solo un problema d’amore (deviato amor, complotto d’amore, donazione d’amore).
- Faremo i nostri conti col Bene e col Male (i due castelli), ci faremo impastoiare dalle menzogne del mondo, nel bene e nel male (galeotti furono i libri) e quindi dovremo trovare un cibo alternativo per dare cura migliore alle nostre vite (vital nutrimento).
- Vacilleremo sopra il vuoto quando scopriremo di essere in balìa del destino e della sorte, reagiremo con rabbia e furore (ah! Filippo Argenti) contro trappole ed inciampi, la paura della morte ci prenderà alla gola, spesso preferiremo pietrificarci evitando il dolore, evitando la vita stessa (destino e sorte, sull’orlo dell’abisso, anime e pietre).
- Ma se vuoi tenere altro viaggio e reagire alla violenza gorgonica del mondo, ti servono tre sacri e necessari viatici: il bacio del perdono (alle spalle il tuo dolore e i tuoi rimorsi, perdona te e perdona e perdona tutti), un’ottima Guida (ed ecco Virgilio col suo efficiente piano di studi)… ma soprattutto ti servirà trascendere il Tempo, e dall’alto dell’universo guardare tutti i tempi del mondo (l’alba edenica e l’alba dei Centauri, e tutti i due canti sono sincronizzati alla vera alba del giorno, e pare proprio che scorra davanti agli occhi FANTASIA di Disney, accompagnata dalla Pastorale di van Beethoven!).
E da questo punto si inizia a sostener la guerra, ancora più intensa, del viaggio e della pietà, su questa terra.
Necessario cambiare il punto di vista, necessario mutare dimensione. Con il 12-62, non so se ve ne siete accorti, avete messo contemporaneamente i piedi dentro un fiume di sangue e dentro il mistero della Materia Prima. Se il 12 è il fiume di sangue in cui sono ammollati gli assassini negatori della VITA, il 62 è un canto che glorifica il mistero stesso della VITA, proprio nelle parole che usa Matelda quando ci dice che la nostra terra è concimata, è resa viva, da tutti i semi già presenti nel giardino dell’Eden. Semi vegetali e anche animali, cellule di vita dalle origine disperse nel cosmo: quasi un Inno alla Panspermia. Un po’ come se in questi due canti noi fossimo sotto un bombardamento, ma continuassimo beati a indagare la doppia natura dei neutrini… che, peraltro, è esattamente quello che stiamo facendo.
Distruggiamo umanità e pianeta, ma andiamo in brodo di giuggiole davanti a un telescopio satellitare. Sempre i piedi in due castelli? Sì, sempre.
E qual è la risposta dell’Alighieri? Tradizionalmente, va nel mondo dei morti alla ricerca di Dio, o meglio, di una divina salvezza. Oppure, ipotesi che preferiamo, va nel Mondo delle Ombre per insegnarci la via della salita, per insegnarci ad andare verso noi stessi, per illuminare tutte le nostre Ombre, direbbe Jung.
Anagogicamente invece resta in terra, e vuole scardinare tutti i segreti della MATER-IA. Non perché sia un materialista; al contrario, da grande alchimista, indaga sull’unica cosa che è completamente visibile pur derivando da un mistero invisibile, cioè la MATERIA. Manifestazione del divino, per un’anima medievale. Manifestazione di un mistero, per un fisico che indaga la doppia natura dei neutrini. Tanto è la stessa cosa.
Certo che di tutto il mondo materico, trattato sempre con umile soavità dal Poeta, l’Alighieri preferisce di gran lunga l’Uomo, vero mistero materico che cammina su due gambe.
Perché il vivere, il sentire, il cercare, il soffrire, il gioire, amare e odiare… tutto vibra dentro la dimensione del materico, anche il bisogno di dio compreso nel prezzo.
Maria Castronovo
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Libri: DONNA SELENE https://www.unilibro.it/libri/ff
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