Nessuno è migliore di nessun altro, nessuno sta facendo un percorso migliore di nessun altro, siamo tutti nel posto giusto, al momento giusto secondo ciò che la nostra sfocatura inconscia sta proiettando. Ma ancora non vediamo bene che è così spietatamente vero, perché siamo troppo impegnati a occuparci dell’esterno. Ci occupiamo degli effetti, e mai delle cause.
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Questo è il concetto più ripetuto e quello meno applicato, nel discorso evolutivo. Iniziamo a fare un lavoro e poi ci identifichiamo con quel particolare lavoro, metodo, insegnante, diventando dei fan accaniti e cercando di sminuire tutti gli altri. Scopriamo qualcosa che sembra funzionare per noi e automaticamente cominciamo a remare contro tutti quelli che non fanno quel particolare qualcosa. C’è un momento in cui siamo tentati di evangelizzare tutti quelli che non sono ‘come noi’, che non seguono le nostre orme, tutti quei poveri miscredenti. Riusciamo addirittura a sentenziare su quanto alcuni percorsi siano ‘giusti’ e altri ‘sbagliati’ in senso assoluto senza mai aggiungere quella postilla che sottolinea che sono ‘giusti’ o ‘sbagliati’ soltanto per noi. Un atteggiamento del genere, sempre più diffuso fra i portatori di verità assolute, specialmente tra i seguaci di qualche ‘antica’ tradizione, danneggia unicamente chi lo intrattiene.
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C’è un’antipatica tendenza della sfocatura a creare nemici laddove pensiamo di ricevere un attacco, così come la stessa sfocatura tende a metterti sempre là dove tu ti convinci di essere. Perciò se nel corso del nostro sogno lucido di cui siamo sceneggiatori, registi e attori, abbiamo deciso che il mondo è pieno di ‘nemici’ o che dobbiamo difendere una nostra ‘opinione’ che solo noi abbiamo, questo sarà quello che incontreremo.
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Dunque la prossima volta che ci troviamo a giudicare male un carnivoro perché siamo vegani, uno che fa palestra perchè noi facciamo yoga, uno che va in chiesa perché noi meditiamo, e tutte quelle volte che ancora pensiamo con arroganza di sapere quale sia il percorso giusto o sbagliato per qualcuno che non siamo noi stessi, tutte le volte che abbiamo una grande causa in corso e pensiamo di dover salvare il mondo, insegnare qualcosa a qualcuno o di conoscere la ‘verità’, proviamo a ricordarci del fatto che in ultima analisi ognuno sta facendo l’esperienza giusta secondo quello che la sua sfocatura proietta in quel momento e che noi non abbiamo la benchè minima cognizione di tutte le infinite variabili che compongono l’esperienza di vita di un altro essere umano.
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Proviamo a ricordarci che ogni insegnamento ‘spirituale’ per quanto antico, per quanto universalmente accettato, è soltanto l’opinione di chi lo ha insegnato e non esiste alcuna verità assoluta, in nessun angolo tangibile di questa tridimensionalità. Proviamo ad ammettere a noi stessi che la sola verità di cui possiamo essere testimoni è la nostra esperienza e ciò che viviamo e abbiamo vissuto e che le uniche persone del cui sviluppo siamo responsabili, siamo e saremo sempre e soltanto noi stessi.

Andrea Panatta
Fonte: http://maghierranti.blogspot.it/2016/03/noi-non-siamo-migliori.html


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