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La forza dei suoni.

Avete mai fatto caso alla forza del suono di alcune “parole”?
Pensate alla sensazione che ci crea il suono del nostro nome. Ascoltate la parola “Mare” o “Serenità”. Il suono è impregnato del loro significato. Ci sono suoni che non hanno un significato particolare, ma rappresentano lo stesso per noi momenti particolari. Quando ascoltiamo il suono del vento, della campagna ecco che quasi immediatamente, attraverso i vari suoni, viviamo i paesaggi a loro legati.
Ora immaginate la campagna senza quei suoni particolari, o un temporale senza il rumore dei tuoni. Tutto è irreale, finto, distante dalla realtà. Quindi, non solo i suoni hanno il potere di evocare sensazioni e paesaggi, ma anche i paesaggi sono importanti per noi, proprio grazie ai suoni. Anche un film orror senza audio, probabilmente assomiglia più ad un film comico.
L’udito da molti di noi è sottovalutato, proprio perché non si conosce la reale importanza che ricopre nella nostra vita. Ci sono musiche che nascono proprio con l’intento di cullare l’udito ed evocare paesaggi e sensazioni che hanno il potere di tranquillizzarci.
Quando ciò avviene siamo difronte a musiche importanti, che non seguono solo leggi melodiche o armoniche, ma sopratutto acustiche. Da molti anni studio l’influenza del suono sulla nostra mente e ho scoperto che esistono successioni di suoni, che attraverso la porta nel nostro udito, arrivano dentro di noi con forza, regalandoci momenti incredibili che spesso “curano” il nostro disagio.
Il suono è vibrazione e in quanto tale produce una sorta di massaggio su tutta la superficie che mette in risonanza. Se ascoltate con cura un film d’azione quasi certamente vi renderete conto che sotto ai vari suoni e rumori scoprirete una vibrazione bassa, costante, che ha la funzione di tenerci allertati, attenti. Gli apparati audio presenti sul mercato, proprio per la loro fedeltà di riproduzione, danno alle varie sequenze uno straordinario realismo, non sempre positivo. Ci preoccupiamo molto e diamo un grande peso alla dieta alimentare, ma io sostengo che dovremmo fare anche molta attenzione alla qualità e alla quantità dei suoni che ingeriamo.
Il suono ci rimane dentro, continua a risuonare nel nostro corpo, colpendo come una pallina nel flipper i nostri organi interni. Fate quindi molta attenzione a ciò che ascoltate, e proteggete il vostro udito regalandogli dei momenti di vero relax, con suoni nati appositamente per questo. Non sottovalutate se potete la musica, perché ha seriamente il potere di entrarvi dentro senza toccarvi realmente e di farvi anche molto male. Fate attenzione al volume e al livello di rumore a cui sottoponete non solo il vostro udito, ma l’intero vostro corpo. Ricordatevi che coprire le vostre orecchie protegge solo il vostro udito, non il vostro petto. I suoni come incominciamo a vedere hanno un’importanza strategica nella nostra vita e si meritano davvero tutta la nostra attenzione. Diventate loro amico e imparate a riconoscere quelli dannosi da quelli “buoni”.
Vedrete che vantaggio che ne trarrete.

 

Viaggio oltre il suono.
La consapevolezza dell’ascolto.

Ci sono suoni importanti nella vita d’ognuno di noi, suoni che non sappiamo imitare. Mistiche vibrazioni perse nell’aria, che vagano alla ricerca di un luogo su cui posarsi per lasciarsi ascoltare. Lontano, nella nostra coscienza, esiste una fragile chiave capace di aprire i cancelli dei nostri più segreti silenzi.
Dove si nasconde la nostra percezione? Perché si allontana, da noi? Ci sono suoni buoni, altri invece che non sorridono. Quelli che impariamo a riconoscere a volte ci sfuggono per non lasciarsi ascoltare fino in fondo, per restare capaci di nutrirci, così come ci nutre un paesaggio, la neve che cade, l’acqua che scorre.
Suoni che restano dentro di noi come profumi che non dimenticheremo mai e non vogliamo dimenticare, come la voce di una madre, di un padre, di un figlio. Fra i suoni, quelli buoni, avremmo voglia di ascoltarli, ma spesso non conosciamo il linguaggio, perché ci sfuggono per il troppo desiderio di pace, di sereno, di sole che sentiamo dentro come un colpo di tosse. Imparare a riconoscere il loro segreto, distinguerli fra i rumori di fondo che scorrono come i titoli di coda di un film che non siamo riusciti a vedere. Questa è la meta, tutto può incominciare da li.
Viviamo le nostre vite su ciò che vediamo, quando in realtà quello che più conta c’è ma non si vede, come l’aria che respiriamo, la paura, l’amore. Allora perché non provare a fermarci, ascoltare, respirare, cercare di essere realmente liberi perché sinceramente partecipi.
Il mondo è ricolmo di suoni, di colori, d’aria non ancora respirata dalla paura, di sogni buoni ancora per essere sognati. Come fare allora per divincolarci, per sciogliere le catene dell’abitudine e planare aldilà di noi? Abbiamo già tutto ciò che ci occorre: L’udito. Impariamo ad ascoltare, fermiamoci a sentire, perché si sente con gli orecchi e col cuore. Usiamo il verbo “sentire” anche quando parliamo di sentimenti. Questo, dovrebbe svegliarci dal nostro torpore, divincolandoci dalla nostra confusa abitudine di concentrarci sempre su ciò che ci manca e mai su ciò che abbiamo, che è nostro. Portiamo la nostra attenzione per un momento a ciò che sentiamo, ora, in questo preciso momento. Aspettate, datevi il tempo di collegarvi… visto? Per un attimo siete stati davvero liberi, avete volato, siete stati presenti. Concedetevi ogni giorno un tempo per volare, graffiatelo alla vostra corsa: fermatevi.
Anche il suono del traffico cambierà, perché questa volta, per la prima volta lo ascolterete. Non vi prenderà alle spalle. Presto, vi accorgerete che tutto ciò che ci disturba, lo fa solo perché non ci fermiamo ad ascoltarlo. Tutto se volete può cambiare. Tutto può davvero fare parte del vostro volo. Ritornerete riposati, sorridenti. Perché la chiave si nasconde dietro alla nostra consapevolezza. Ora è arrivato il momento. Aprite i cancelli!
Autore: Massimo Claus
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